Tetrarchia e riforme

 Per garantire un maggiore controllo dei territori decise di farsi affiancare da un suo fedele compagno d'armi, Marco Aurelio Massimiano, diarchia. Seguì una spartizione dell'Impero: Diocleziano, Augusto d'Oriente, evocò il potere dell'Oriente con capitale capitale Nicomedia; Massimiano, Augusto d'Occidente, ottenne le regioni occidentali dell'Impero con Milano come capitale.

Ma Diocleziano decise di suddivise ulteriormente l'Impero. Nel 293 ebbe origine la tetrarchia, ovvero "governo dei quattro". I due Augusti scelsero di adottare e di nominare due Cesari, che sarebbero a loro succeduti, con i quali spartirsi i territori da governare. Diocleziano scelse come Cesare Caio Galerio, nominato Cesare d'Oriente; Massimiano nominò Costanzo Cloro come Cesare d'Occidente. Con questo sistema, il potere supremo restava a Diocleziano; l'Impero restava unito e su tutto il territorio valevano le medesime leggi.

Diocleziano attuò numerose riforme conservatrici volte a riportare Roma agli antichi fasti. 

Riforma amministrativa

Per amministrare meglio lo stato, rimpicciolisce le province e quindi aumentano di numero.

Raggruppa le province in 12 Diocesi, e queste in Curie. Creando un sistema gerarchico facile da controllare.

Riforma dell'esercito

I figli dei soldati dovevano obbligatoriamente diventare soldati. Così Diocleziano si garantiva un esercito numeroso; circa 500.000 soldati tra limitanei, soldati di frontiera, e comitatus, l'esercito.

Per evitare colpi di stato fece legioni più piccole e agili.

Riforma finanziara

Coniò più monete, svalutando il loro valore, di conseguenza ci fu un aumento dei prezzi, inflazione.

Creò un editto dei prezzi in cui fissava il prezzo dei prodotti di consumo e dei salari, aumentando il mercato nero.

Per garantire entrate regolari allo Stato aumentò le tasse e rese ereditari i mestieri.

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